lunedì 27 febbraio 2012

Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine.
Concludere un ciclo,
chiudere un uscio,
terminare un capitolo:
non importa come lo si definisca,
ciò che conta è lasciare nel passato quei momenti di vita che sono finiti.
Tagliare tutto quello che non c'entra,
che ingombra,che toglie serenità e spesso l'aria dai polmoni,
tagliare l'inutilità,l'ipocrisia forzata dei falsi sorrisi,
della finta comprensione di chi dice di conoscerti,
di capirti ma poi in realtà se ne frega di te,
di quello che pensi,di quello che hai da dire.
Non esiste il diritto all'oblio,
non esiste il diritto di essere dimenticati,
non esiste il diritto di interferire nella vita degli altri,
esiste però il diritto al rispetto,
quello che fa rispondere almeno con un "sì,grazie",
oppure con un "no,non mi interessa" quali che siano le cose che ci vengono dette.
(Paulo Coelho)

lunedì 13 febbraio 2012

All’inizio credi a tutto. O meglio, a tutto quello in cui hai bisogno di credere. Ai complimenti, ad esempio. Poi ti accorgi quanto sia facile mentire, anche se per te non lo è mai stato. E capisci che ognuno si muove nel modo con lo scopo di valorizzare se stesso. Se stesso, non te. E che, in fondo, forse è quello che fai anche tu. Che fanno tutti. Ma non tutti in modo corretto, ed è questo che fa la differenza tra le persone: quelle per cui ne vale la pena, e tutte le altre. Allora smetti di credere a tutto quello che ascolti. E inizi a credere solo a quello che senti.
E più ascolti, e meno senti. Ma ciò che senti davvero, lo senti più forte. Ed è quello che conta, perché è autentico e ti basta, non ti serve altro. Tutto il resto rimane un brusìo di sottofondo. Che a volte ti disturba ancora, altre ti fa persino arrabbiare. Ma non ti stordisce più. Non sei diventato insensibile, anzi. Forse è questa la vera sensibilità. Una sensibilità più raffinata, meno ingenua e al tempo stesso più profonda. Una sensibilità che è in grado di distinguere e di indirizzare se stessa. Una sensibilità che rende i sogni più solidi, e i sentimenti più stabili.
Non sei diventato insensibile, anzi. Hai imparato a difendere la tua sensibilità. Hai imparato a salvarti.

martedì 7 febbraio 2012

Quando l’amore ha un potenziale inespresso senti qualcosa che rimane a dispetto di tutto e non lo sai spiegare. Ti chiedi come sarebbe andata se avessi fatto solamente un altro gesto, se ti fossi svegliato per un attimo diverso, senza freni, paranoie, orgoglio, per una volta un po’ incoerente. Non è questo che conta alla fine perché se qualcosa dovrà ritornare non saranno i percorsi tortuosi a impedire che si ripresenti. Non è difficile che il passato ritorni presente, è difficile che il presente rimanga futuro. E’ un segreto, un segreto diviso in due cuori. Nessuno dei due lo conosce davvero, per cui soltanto toccandosi si potrebbe svelare qualcosa di incredibilmente eclatante, in grado di stravolgere la propria condizione. Per sempre. E’ necessario andare a fondo però, avere il coraggio di farlo, di sputare fuori tutto quello che si è sempre tenuto rinchiuso dietro l’ultima porta interna di noi, mai aperta a nessuno e da nessuno, neppure da noi stessi. Si può scoprire un dolore così lacerante e restarne schiacciati irrimediabilmente o finalmente liberarlo e vederlo andar via, a dispetto di ogni esitazione, conoscersi per scegliere finalmente qualcosa di duraturo, di sereno, di definitivo e non averne paura più. Nessuna strada priva di pericoli ha mai portato in salvo. E’ quasi un percorso del karma, camminare fra le spine guardandosi i tagli addosso ma non indietreggiare mai, neppure di un passo. Nei posti in cui anche il vuoto è illuminato, riempito da lacrime, vissuto a ritroso, come due bimbi persi nel tempo, sulle svolte imprevedibili di strade invisibili che riusciranno a scorgere. Incontrarsi e svelare il segreto. Evolversi, capirsi e finalmente cambiare il destino. 
IL QUADRO MAI DIPINTO